Era probabilmente il 1989, frequentavo il quinto e ultimo anno all’istituto statale d’arte della mia città, nella sezione architettura e arredamento, ed ero, naturalmente, appassionato di architettura.

Non ricordo chi, mi consigliò di acquistare qualche rivista che trattasse gli argomenti di mio interesse, internet era ancora lontano dal diventare quel pozzo senza fondo di informazioni, immagini e arte varia che è ora, andai nell’edicola vicino casa, e curiosando nelle vetrine, notai una rivista con scritto a lettere cubitali ABITARE, la presi, la divorai in poche ore, tutto era nuovo, tutto risultava interessante e lontano dai libri di scuola che avevo fino ad allora letto, avrei continuato a comprare per alcuni anni quella rivista.

Proseguendo negli studi, ormai all’università, il mio interesse volse lo sguardo verso Domus, storica rivista creata da Ponti, anche qui interessanti articoli e copertine dai colori accesi e dai contenuti favolosi, anche qui si aprirono a me nuovi mondi e nuove architetture, il direttore, tal Mario Bellini, era architetto e designer (e così imparai che gli architetti potevano fare anche i direttori di rivista).

Passò ancora qualche anno e Domus perse, ai miei occhi, un po’ della brillantezza che avevo apprezzato nei numeri divorati sino a quel momento.

Di nuovo in edicola e fui colpito da una copertina con una grande A, di architettura appunto, bianca su un fondo rosso vivo.

Tornai così al mio “primo amore”, Abitare, scoprendola ancora più interessante dei primi numeri acquistati, con rubriche che spaziavano dalla grafica al design alla tipografia, dall’allestimento all’arte e naturalmente all’architettura e agli interni.

Solo oggi, a 53 anni suonati, con in mano il libro “Autobiografia grafica” per le edizioni Corraini uscito nel 2014, sono stato colpito da una epifania, solo ora sono in grado di ricostruire il mio inconsapevole e inconscio percorso che ha seguito le tracce, le idee, le immagini e la creatività dell’architetto Italo Lupi.

Lupi è prima chiamato come art director di Abitare, passa poi alla direzione artistica di Domus sotto la regia di Mario Bellini, quindi torna ad Abitare, questa volta come direttore della rivista, ed io seguo questo nomadismo editoriale, cercando di carpire i segreti di quelle riviste dal fascino misterioso, inconsapevole del fatto che il fascino misterioso era con molta probabilità l’abilità nella costruzione di quelle pagine da parte di quello che considero uno dei grandi maestri del design.

Ecco, Lupi è probabilmente la figura che più mi spiace non aver avuto l’occasione di incontrare, con cui magari bere un bicchiere di vino, sono sicuro che anche solo questo avrebbe enormemente arricchito il sottoscritto, che prova ancora, più o meno inconsapevolmente, a seguirne le tracce (sempre con la massima umiltà ed il massimo rispetto).

I ‘menhir’ autoportanti realizzati in occasione delle Olimpiadi invernali del 2006 di fronte al Palazzo del Lavoro di nervi a Torino. (Immagine tratta da ‘Autobiografica grafica’ di Italo Lupi, edita da Corraini)

Italo Lupi ha lasciato la vita terrena il 27 giugno 2023 a Milano e contemporaneamente ha lasciato un enorme vuoto, è stata una gigantesca perdita per la creatività, non solo italiana, ma globale.

Lupi nasce a Cagliari il 28 marzo 1934, si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1959.

Dopo una breve esperienza di insegnamento come assistente di Pier Giacomo Castiglioni, negli anni 60’ inizia a lavorare come consulente immagine presso l’Ufficio Sviluppo della Rinascente. Con l’amico Mario Bellini, a 25 anni, progetta la mostra per la VI edizione del Compasso d’Oro. In questo decennio apre il proprio studio, incentrato sulla progettazione espositiva ed editoriale.

Negli anni ’70 inizia ad avere le prime esperienze da art director, e lo fa con riviste come Shop, o come Zodiac, rivista di architettura fondata da Adriano Olivetti, sempre in questi anni diventa Membro AGI (Alliance Graphique Internationale).

Passa poi ad Abitare, mensile di architettura, arredamento e design, al quale collabora come disegnatore delle copertine, ma non solo, per Abitare scriverà articoli e realizzerà foto.

Nel frattempo lavora anche come consulente di immagine per La Triennale di Milano.

Nel 1986 diventa direttore artistico per Domus sotto la direzione di Mario Bellini, un connubio che porterà la rivista ad avere forse il suo maggior momento di gloria, sino al 1992 quando diventa direttore di Abitare sino al 2007, portando anche Abitare ad essere una delle riviste di architettura e design più interessanti nel panorama internazionale.

L’interno del padiglione Bticino alla Fiera di Milano, 1995. Progetto di Achille Castiglioni e Gianfranco Cavaglià, grafica di Italo Lupi. (Immagine tratta da ‘Autobiografica grafica’ di Italo Lupi, edita da Corraini)

Disegna grafica e allestimento per le più importanti manifestazioni, virando la pratica quotidiana verso l’allestimento espositivo e il wayfinding, in collaborazione con i più diversi architetti, da Achille e Pier Giacomo Castiglioni a Mario Bellini, Guido Canali, e ancora tanti altri, disegnando la grafica di grandi mostre e musei.

In collaborazione con gli architetti Migliore & Servetto, ha progettato “Look of the City” per Torino, le Olimpiadi Invernali del 2006, le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia del 2011 e il Flags Boulevard di Expo 2015 a Milano.

Nel 2002 è stato insignito a Londra del titolo di Honorary Royal Designer for Industry, dal 2007 è nella Hall of Fame di Art Directors Club Italia.

Ha ricevuto numerosi premi, tra cui tre volte il Compasso d’oro: nel 1998 per la rivista IF, nel 2008 per Look of The City, l’allestimento urbano per le Olimpiadi invernali del 2006 a Torino, e nel 2014 come premio alla carriera.

È stato autore di numerosi articoli sull’architettura e sul design, ci ha lasciato una monografia dal titolo “Autobiografia grafica” edita da Corraini nel 2014.

Estetica unica e Ambienti accoglienti

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